Sempre più spesso mi viene chiesto di esprimere un parere sugli articoli di blog e riviste che attaccano duramente l’agopuntura accusandola di essere soltanto un mito, una leggenda, un potente placebo. Ho deciso di creare questo articolo per rispondere alle affermazioni più comuni e cercare di dare una risposta che vada oltre alla polemica, che possa generare comprensione e auspicabilmente maggiore accettazione del misterioso mondo della medicina cinese, per il bene di tutta la comunità scientifica e, soprattutto, dei nostri pazienti.
Lo lascio qui, per tutti.
“L’agopuntura non è scientifica.”
Falso. L’Agopuntura è una tecnica che segue il metodo scientifico della medicina cinese, un corpus teorico con i suoi principi sviluppato attraverso osservazione, esperimenti, evidenze.
Se intendiamo come scienza il metodo sperimentale empirico modello Galileiano l’agopuntura supera ancora la prova della “scientificità”: ogni anno migliaia di studi scientifici vengono condotti per studiare gli effetti dell’agopuntura attraverso il rigore della ricerca scientifica moderna.
“L’effetto dell’agopuntura è indistinguibile da quello dell’Agopuntura Placebo (SHAM).”
Questa affermazione potrebbe essere vera se la “Agopuntura Placebo” fosse veramente un placebo. Il problema è che l’Agopuntura SHAM (placebo) non è un intervento inerte e il suo utilizzo negli studi scientifici falsa i risultati a sfavore dell’agopuntura.
Per poter studiare l’effetto di un farmaco si utilizza un confronto tra il farmaco da studiare e una sostanza inerte, appunto definita placebo. Similmente si è provato a fare con l’agopuntura. Chiaramente l’ago da agopuntura non è un principio attivo che può esser messo dentro una compressa, quindi sono stati inventati metodi differenti per creare il placebo: aghi inseriti superficialmente, aghi messi non nel punto di agopuntura ma nelle vicinanze, aghi che danno la sensazione di penetrazione ma che non bucano la pelle ed altri ancora. L’opzione che va per la maggiore è l’ago posizionato nei pressi di un punto di agopuntura e non esattamente sul punto.
Purtroppo però così non può funzionare. Per la medicina cinese il nostro corpo è tutto stimolabile, ogni punto può essere un punto di agopuntura e considerare “attivi” solo alcuni punti per convenzione è un grossolano errore concettuale. I punti di agopuntura sono posizionati su dei canali che possono essere stimolati, la dimensione dei punti di agopuntura varia a seconda delle persone e della situazione specifica.
Capirete quindi che paragonare l’agopuntura “corretta” ad una agopuntura Sham è un po’ come provare l’effetto di aspirina 100 mg contro aspirina 80 mg (Aspirina Sham). Molto probabilmente l’effetto dell’aspirina vera sarà indistinguibile da quello dell’aspirina Sham. Ma questo non significa affatto che l’aspirina non funzioni! L’agopuntura andrebbe semplicemente studiata paragonandola alle cure standard.
Esempio: studio tedesco GERAC
I trial GERAC sono stati progettati come studi clinici randomizzati per la lombalgia; essi prevedevano tre gruppi paralleli di pazienti: trattati con vera agopuntura, agopuntura placebo (sham) e cure standard (trattamento basato sulle linee guida).
L’agopuntura reale si basava sull’inserimento di aghi in profondità, nei punti di agopuntura classici, con la manipolazione dell’ago per produrre la sensazione di de-qi.
L’agopuntura placebo (sham) comportava inserimento superficiale degli aghi, in punti definiti ma al di fuori dei punti noti di agopuntura.
Le cure standard utilizzavano le migliori cure convenzionali basate su linee guida (fisioterapia, esercizio fisico e trattamento con farmaci antinfiammatori non steroidei).
I tassi di risposta positiva a 6 mesi sono stati del 47,6% (agopuntura reale), del 44,2% (agopuntura sham) e del 27,4% (cure standard). Rispetto alle cure standard, quindi, sia l’agopuntura reale sia quella SHAM hanno fornito un superiore sollievo dal dolore.
“L’agopuntura usa un linguaggio non scientifico tipo “fuoco di fegato””
La medicina cinese usa un linguaggio congruo al periodo storico in cui è stata generata. È ovvio che a noi oggi possa parer strano, almeno quanto il nostro linguaggio sembrerebbe strano a loro. Il linguaggio è una convenzione scelta da un popolo per fare riferimento a dei fenomeni che vengono osservati e non può essere confuso con la scientificità del fenomeno stesso.
Inoltre, il nostro odierno linguaggio medico ha preso a piene mani dalla nostra filosofia medica pre-scientifica. Parliamo di infiammazione per indicare un processo biochimico che nulla ha a che fare con il fuoco. Non dovremmo stupirci più di tanto dell’utilizzo di un termine come “fuoco di fegato” all’interno di una medicina che ha più di 2000 anni!
Avete domande?
Scrivetemele nei commenti e provvederò ad ampliare questo articolo!
Ogni proposta qui è benvenuta.
Fabio Lodo
BIBLIOGRAFIA
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